Bevi molto caffè e soffri di psoriasi? Ecco cosa dice la scienza sull’aggravamento

Le persone che soffrono di psoriasi spesso si domandano se il consumo di caffè possa in qualche modo influire negativamente sulla loro condizione, specialmente quando il consumo quotidiano è elevato. Negli ultimi anni, diversi studi scientifici si sono concentrati sull’analisi di questa correlazione, fornendo dati interessanti che permettono di tranquillizzare i pazienti ma anche di suggerire alcune considerazioni sulla quantità e sullo stile di vita complessivo.

La posizione della ricerca: caffè come fattore neutro

Un importante studio condotto dal Brigham and Women’s Hospital di Boston, pubblicato su una rivista scientifica internazionale, ha seguito nel tempo un ampio gruppo di persone affette da psoriasi, valutando eventuali legami tra l’assunzione di caffeina e la gravità della malattia. I risultati sono chiari: non esiste una correlazione tra il consumo di caffè e l’aggravamento della psoriasi. In altre parole, la presenza o meno della patologia non dipende dal consumo di questa bevanda amatissima.

La ricerca sottolinea che, al contrario, vi sono molteplici altri fattori di rischio ormai noti nella comparsa e nel peggioramento della psoriasi, tra cui spicca il fumo di sigaretta, responsabile di un impatto negativo, soprattutto nei soggetti geneticamente predisposti. Ma per il caffè, gli stessi esperti usano il termine “scagionato”: non è causa né concausa della comparsa o della severità della psoriasi.

Consumo eccessivo: nuove sfumature dagli studi

Se il caffè, consumato in modo moderato, può essere ritenuto innocuo nei confronti della psoriasi, le evidenze diventano più interessanti (e complesse) quando si analizzano le quantità. Una ricerca pubblicata su PubMed ha osservato una correlazione inversa tra il consumo di caffè e la gravità della malattia: chi consuma fino a tre tazze di caffè al giorno presenta un indice PASI (parametro usato per valutare clinicamente la psoriasi) inferiore rispetto a chi non ne beve. La dose ideale sarebbe proprio questa: tre tazze al giorno, quantità indicata anche come la più diffusa tra i partecipanti allo studio.

Quando invece si superano le tre tazze, arrivando a quattro o più al giorno, il quadro può cambiare: chi eccede con la caffeina mostra un indice PASI più alto, ovvero una maggiore severità della psoriasi. È quindi la moderazione che sembra offrire il bilancio migliore, mentre l’eccesso potrebbe avere un impatto meno favorevole, probabilmente legato all’effetto eccitante della caffeina sul sistema nervoso e alle possibili ripercussioni sul metabolismo e sulla regolazione infiammatoria.

Caffè, dieta e stile di vita: un quadro d’insieme

Se la dieta svolge un ruolo importante nella gestione della psoriasi, il caffè da solo non rappresenta il problema principale. I dermatologi e i nutrizionisti concordano: ciò che conta davvero è l’equilibrio complessivo dell’alimentazione, oltre che il mantenimento di un peso corporeo adeguato e l’assenza di abitudini malsane come il fumo.

Tra i cibi e le abitudini che invece possono peggiorare la psoriasi troviamo alimenti con zuccheri aggiunti, carboidrati raffinati, insaccati, eccesso di alcool e alimenti verso cui si hanno particolari intolleranze. Non va sottovalutata neppure l’importanza dell’attività fisica, del controllo dello stress e della regolarità del sonno nella modulazione delle risposte infiammatorie dell’organismo.

Per comprendere meglio il ruolo del caffè nel contesto alimentare, vale la pena ricordare che questa bevanda contiene composti ad attività antiossidante e che alcune ricerche suggeriscono un impatto positivo sulla riduzione del rischio di diverse patologie croniche, come il diabete di tipo 2, alcune forme di cancro e malattie cardiovascolari. Tuttavia, tali effetti benefici si osservano sempre in dosi moderate.

Il ruolo individuale e consigli pratici

  • Mantieni le tre tazzine: se ami il caffè e soffri di psoriasi, non esistono motivi scientifici per eliminarlo dalla dieta se ne assumi fino a tre tazze al giorno. Al contrario, potresti addirittura avere una lieve riduzione della severità della malattia rispetto ai non consumatori.
  • Evita l’eccesso: superata la soglia delle tre-quattro tazze, il rischio di un peggioramento dell’infiammazione cutanea o di altri disturbi sistemici può aumentare.
  • Fai attenzione al contesto: il caffè zuccherato o accompagnato da snack industriali, dolci o grassi saturi, può vanificare ogni effetto potenzialmente protettivo della bevanda nera.
  • Segui una dieta equilibrata: privilegia cibi ricchi di fibre, verdura, frutta fresca, pesce azzurro, olio extravergine d’oliva e limita il consumo di prodotti di origine animale ultra-processati o ricchi di grassi saturi e sale.
  • Smetti di fumare: se davvero vuoi controllare meglio la psoriasi, questo passo avrà un impatto molto maggiore rispetto alla rinuncia a caffè e simili.

In ogni caso, la reazione individuale può essere diversa: chi nota un peggioramento dei sintomi dopo l’assunzione di caffè (fenomeno possibile anche se raro) dovrebbe discuterne con il proprio dermatologo, che potrà valutare eventuali intolleranze o effetti secondari personali.

Gli effetti del caffè sull’infiammazione vengono continuamente studiati sia per la presenza di polifenoli e altre sostanze con azione antinfiammatoria, sia per l’impatto su metabolismo, sistema nervoso e microbiota intestinale, anch’essi coinvolti nella regolazione della psoriasi. L’orientamento più moderno della ricerca si sposta infatti dal rapporto causa-effetto diretto alla valutazione complessiva della salute metabolica e della risposta immunitaria dell’organismo.

In sintesi: il caffè non peggiora la psoriasi se consumato in quantità moderate; anzi, può essere parte di una strategia alimentare salutare. Tuttavia, è fondamentale prestare attenzione al quadro generale, evitando eccessi e privileggiando sempre uno stile di vita sano e bilanciato.

Lascia un commento